Protesi di bassa qualità. Caso Ceraver
Protagonisti della vicenda sono varie figure professionali in ambito sanitario, in particolare ortopedici e medici di base, accusati di corruzione e associazione a delinquere insieme al promoter della multinazionale Ceraver e al responsabile commerciale della stessa ditta francese.
12 medici del Policlinico di Monza sono stati arrestati, con l’accusa di essere complici di un meccanismo criminoso, innescato allo scopo di aumentare il fatturato della multinazionale.
L’ennesimo caso di malasanità a discapito di pazienti bisognosi di protesi per anca e ginocchio, reclutati da diverse zone di Italia, per assicurarsi denaro, viaggi, vacanze, regali.
I manager Ceraver incentivavano i chirurghi del Policlinico di Monza ad acquistare esclusivamente protesi della Ceraver stessa, di qualità inferiore rispetto a quelle di altre marche, garantendo al chirurgo una percentuale per ogni acquisto.
I medici di base identificavano i pazienti che avrebbero potuto essere sottoposti ad operazione, seguivano poi le visite specialistiche dagli ortopedici; consigliavano infine di rivolgersi al Policlinico di Monza o in altre strutture sanitarie collegate, al fine del ricovero, dove i chirurghi eseguivano i loro interventi.
Nell’ambito dell’inchiesta “disturbo”, così chiamata proprio perché i professionisti venivano ripagati in modo illegale del disturbo, sono state adottate misure cautelari proporzionali al livello di responsabilità.
Si tratta a tutti gli effetti di una rete capillare di corruzione, che ancora una volta si ripercuote sulla salute dei pazienti.